Gate : Che dici?

 

t. per i suoi venticinque anni di matrimonio ha voluto una gran festa. Per giorni si è data un gran da fare, per gli inviti ha telefonato a tutti, parenti e amici. Ha comprato per sé un abito di seta bianca, molto elegante, e per la cena ha prenotato un costosissimo locale. Che bel vestito le dicono tutti quando arriva. Auguri, auguri. E t. sorride. Tutti sorridono come se si fossero preparati a farlo per anni e anni. t. ha un bicchiere vuoto in mano quando si accorge di una enorme macchia proprio in vita, distoglie lo sguardo per dimenticarla, la guarda ancora, la fissa e poi liscia la stoffa, la tende come se volesse levare via lo sporco con un gioco di prestigio. Ma sulla stoffa tesa la macchia si allarga. Scura al centro e sfilacciata lungo tutto il bordo irregolarmente tondo. È un disastro, e t. cerca di nasconderlo con una mano. Sapete, anche dietro questi anni tutto è in rovina, dice. E solleva il bicchiere. Auguri, auguri. Tutti la guardano. Ora non sanno cosa dire, non sanno cosa fare. Che dici? le dice lui. Ecco, questo è il punto, da venticinque anni si parlano usando due lingue.

2 pensieri riguardo “Gate : Che dici?”

  1. Pur rispettando, in quanto io stessa donna, la sensibilizzazione verso ogni problematica che riguardi la condizione femminile nella società, mi dissocio da ogni tipo di etichettatura e soprattutto da quelle che tendono verso la divinizzazione. La donna è donna, fallibile, terrena, mitizzarla serve soltanto ad allontanare la materialità del suo essere persona reale (con una sua anima, certo) e non immagine.
    In malo modo forse credo di aver più volte espresso questa mia posizione nelle cose che scrivo, ad esempio https://lunamareterra.wordpress.com/2008/09/02/in-questo-corpo/ , ma ormai si ragiona per tag , in questo caso si legge donna e questo sembra bastare. E si diventa per l’ennesima volta contenitore lobotomizzato.
    Trovo discutibile, dunque, anche questa tipologia di commenti che a dispetto del loro contenuto mi sembrano del tutto dis-animati, simili più a spam, o più semplicemente auto-promozionali e dunque ancor più contraddittori poiché perfettamente allineati al consolidato – ciò che conta è apparire- ché raggiunto un certo numero di presenze si ha diritto al bonus “essere”. Una strategia come un’altra, certo, ma che, se solo quegli accattivanti complimenti iniziali avessero radici in una reale lettura, sarebbe risultata con una certa evidenza non essere la mia. Dunque spero di essere scusata se di lasciare un inutile commentino affranto e inorridito non me la sono proprio sentita.

    grazie
    lisa

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