r. è conosciuta nel suo ambiente come la Bulgara, ma r. è di Gragnano. r. ha i capelli biondi biondi ma sono tinti, gli occhi invece sono proprio così, di un verdeazzurro tanto insolito e particolare che sembra finto. Una volta una persona colta, un professore le aveva perfino detto che era uguale al verdeazzurro che si scatena nel cielo in tempesta del Giorgione. La mamma di r. quando r. era una bambina e aveva ancora i capelli neri la chiamava bell’uochie mie. La mamma di r. a volte le dava un bacio e aggiungeva c’ust’uocchie farai l’attrice. r. dopo tanti anni non lo sa ancora se era partita da Gragnano per il Nord perché ci aveva creduto o il suo era stato solo un atto di ubbidienza. r. al Nord ci era rimasta e alla fine aveva trovato anche un lavoro, e a Gragnano non ci era più tornata, di tanto in tanto telefona alla mamma le dice sto bene mamma faccio qualche particina, no mamma il mio nome non ci sta sulla locandina e a Gragnano questi film al cinema non li danno, e non glielo dice che dopo che ha finito il suo lavoro è così stanca che chiude gli occhi e dorme. r. non le dice neanche che a volte però si sveglia che le sembra di sentire qualcuno che la chiama col suo nome di bambina, e allora si mette a pancia insù e si ripassa nella testa il suono di quel nome così come l’ha sentito mentre dormiva. Una volta r. l’aveva detto ad un cliente che r. mica era il suo nome, mi chiamo f. gli aveva detto, mia mamma mi chiamava f.bell’uocchiemie, tutto attaccato, e lui le aveva detto che non gli importava, non m’importa le aveva detto tu sei la mia puttana. r. allora aveva chiuso gli occhi, spento la tempesta.