Alice nelle città

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Quando scrissi la poesia “Ans(i)a”  intendevo proprio questo: parlare della nostra, la mia capacità di fagocitare la notizia, di digerirla. Per quanta sofferenza ci sia stata, per quanto ci abbia inorridito il terribile il gioco del destino che ha salvato alcuni, ammazzato altri nello spazio di poche pietre, per quanto i paesi, le città ci siano sembrati feriti a morte da una furia incontrollata, tutto tutto sembra poi sfuggire.
E quando tutto è stato anche scarnificato fino all’osso, quando morte, rovine, e smarrimento hanno esaurito il loro compito di dimostrare a noi stessi che siamo ancora capaci di provare qualche sentimento, si spengono le luci, e quella che fu ans(i)a da prima pagina diventa cronaca locale.
Ma L’Aquila e suoi paesi d’intorno sono ancora lì. Continua a leggere “Alice nelle città”

Realtà

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Appena sveglia ho appreso che la nostra terra ha tremato ancora. Ancora morti. Ancora macerie. Ogni volta è rivivere l’angoscia che tutto possa crollarti addosso. Forse è per questo che, sbrigate le faccende in fretta, sono uscita. La casa mi sembrava una presenza opprimente, minacciosa.
È strano come l’idea di casa possa essere stravolta, anzi capovolta. Il luogo dove ti senti protetta, dove sei solita startene sicura fra le tue cose, ad un tratto diventa un nemico spietato che può travolgerti.
Credo sia puro istinto, vivendo qui, andare verso il mare, lo fecero anche i Pompeiani illudendosi di sfuggire alla furia della terra.
Ma ” mai discutere con i fiumi” recita un verso di Bob Hicok, ed è così. La Natura ci rende piccoli e insignificanti proprio perché ogni suo elemento si lega all’altro fino a creare una forza dirompente a cui non possiamo opporci e da cui non possiamo difenderci.
Oggi però il mare era come assorto, pallidamente azzurro e innocuo. Sono rimasta a lungo a guardarlo pensando a L’Aquila. Continua a leggere “Realtà”