Ferdinandea o Graham Island o Île Julia come si affrettarono a chiamarla rispettivamente italiani, inglesi e francesi, è una piccolissima isola formatasi all’indomani di un’eruzione sottomarina del grande vulcano sito al largo della costa sud-occidentale della Sicilia. La formazione della minuscola isola avvenne nell’estate del 1831 in un tratto di mare convenientemente strategico sia dal punto di vista militare che mercantile, e le vicende legate alla disputa delle principali potenze dell’epoca, ognuna delle quali si affrettò a reclamarne la sovranità, rendono la sua storia tragicomica, un bel tiro mancino con cui la natura si prese gioco dell’avidità di potere e della burocrazia.
Ferdinandea o Graham Island o Île Julia infatti, a causa dell’estrema friabilità della roccia di cui era costituita, iniziò a sgretolarsi per inabissarsi completamente dopo appena un anno. Sto pensando spesso in questi giorni a Ferdinandea o Graham Island o Île Julia.
Categoria: discussione
Ego-centro
Sarò sincera, ogni volta che un evento straordinario sconquassa il corso delle cose, il susseguente scatenarsi di splendidi articoli mi lascia sempre più indifferente. Certo, mi trovo a leggere testi che fanno bene il proprio lavoro: sono belli e tanti, tutti diversi e tutti belli, chi nella puntigliosa cronaca, chi nell’approccio emotivo, tutti sono belli. Ma poi mi ritrovo a chiedermi- cosa resterà di concreto? cosa produrranno di concreto?- e la risposta è più o meno sempre la stessa – nulla- se non qualche accorata partecipazione e l’appurarne dal pubblico ristretto l’obbiettiva bellezza. È un po’ come quando passando davanti una vetrina ci si sofferma davanti alla bellezza di un oggetto – è bello- dici a qualcuno che ti accompagna, ma a questa qualità il più delle volte non si affianca una oggettiva necessità o utilità che possa spingere all’acquisto. Quel bicchiere sottile ed etereo, quel piatto così finemente decorato e dalla linea pura hanno, all’atto pratico, la medesima funzione di quelli che già possiedi, allora riprendi a far la strada tua e dopo pochi passi è già tutto dimenticato.
Ecco, spesso leggendo questi testi è come se ne riuscissi a cogliere semplicemente e solo la bellezza stilistica, una pulita perfezione quasi in contrasto con la polvere delle macerie, come se nonostante tutto leggessero il mondo da dietro un vetro lasciando sulla superficie appena un alito di fiato. Al di là dal vetro restano i volti indistinti, – bello- paiono dire- ma cosa darà al mio futuro?- Continua a leggere “Ego-centro”
Grafomania
“Let there be a heaven so that man may outlive his grasses.”
[ Anne Sexton]
Leggo la lunga lista di libri redatta dai cento lettori forti per Pordenonelegge-Stephen Dedalus, aprile 2009. Di solito non bado molto alle classifiche, le percepisco come un condizionamento “occulto”, di questa in particolare non m’interessa neanche discuterne la bontà e l’ onestà critica delle valutazioni, ma non posso non considerare, al di là degli stantii femminismi, che è quasi abbagliante la quasi totale assenza di voci femminili, non solo nelle parti alte della graduatoria, ma anche in mezzo, e in fondo.
Ma cosa ci sarà mai in quelle testoline?
Cartoons on the Bay…e Pulcinella diventa ligure
Alle soglie dell’adolescenza la XIII edizione di Cartoons on the Bay lascia la sua baia, la nostra baia, per trasferirsi sulle nordiche coste liguri: Rapallo e Portofino l’accolgono a braccia aperte.
È proprio vero che la nostra è una storia che si ripete. Proprio non sappiamo inventarne altra, la nostra rimane una storia senza trama fatta solo di incipit e di finali. Continua a leggere “Cartoons on the Bay…e Pulcinella diventa ligure”
Il grande Derby
Stavo scrivendo altro in questi giorni, piccoli appunti su alcuni libri letti di cui uno su Zelda Fitzgerald ( da qui forse è scaturito inconsciamente il titolo di questo post), stavo anche traducendo alcuni testi di un poeta americano che nel 2003 si fece promotore di una singolare protesta contro la guerra e che coinvolse migliaia di poeti. Insomma ero presa dalle piccole cose che sono solita fare quando sono stata attirata dalla discussione nata in un noto blog letterario, Nazione Indiana, proprio su un’altra proposta che un po’ ricorda quella del 2003, che vorrebbe però uno sciopero degli autori. * Continua a leggere “Il grande Derby”
La nostra paura della pace
Nella cassa dei ricordi a volte questi mescolano il presente al passato e allora ci si accorge che nonostante anni e anni siano passati tutto rimane immutato. Mi sembra ieri che ho visto festeggiare fra i muri d’argilla di Siena l’operazione militare di Entebbe. Ne conservo un ricordo vivido forse perché per la prima volta ebbi la percezione di quanto il concetto che tracciava il confine tra sconfitta e vittoria, fra giusto e ingiusto fosse sottilmente intercambiabile. Continua a leggere “La nostra paura della pace”
Il colore “Sud”
Prima di allora non l’avevo mai visto. Sud era terra, la mia terra. Era il paesino dove vivevo, le gradinate del campetto dove mi perdevo in chiacchiere dopo la partita di basket, era il mare in burrasca che mordeva la roccia e scrostava l’intonaco delle case, era l’abbandono dell’inverno, era l’irrequietezza della marina, era essere e non essere nella stessa misura, sud era qualcosa da cambiare e qualcosa da salvare, sud spesso era distanza, un senso di oblio e l’accanimento della speranza. Continua a leggere “Il colore “Sud””
Sbatti la Costiera in prima pagina
Mi sembra di vederla mentre picchietta con le dita sulla tastiera ripetendo a fior di labbra ogni parola, lasciandole evaporare dalla sua boccuccia a cuore.
Ignora lei di essere a sua volta creatura sospesa pari alla Costiera, perchè il suo sguardo sembra essere quello di chi la Costiera l’ha sempre guardata da una certa distanza, in una inquadratura fatta col grandangolo.
D’altra parte come lasciarsi sfuggire una così ghiotta occasione: la tragedia che si consuma proprio quando questa terra dovrebbe mostrarsi benevola verso coloro che le hanno dato fiducia strappandola all’abbandono dell’inverno.
L’articolo di Lucia Annunziata pubblicato oggi in prima pagina su “La Stampa” ha un incipit da manuale. Poetico e torbido come un cuore bohemiene. Accattivante e solenne come la prima birra. Continua a leggere “Sbatti la Costiera in prima pagina”
Lettera al signor Gianni Biondillo
Gentilissimo signor Biondillo
le scrivo per rivolgerle una richiesta che forse potrebbe stupirla ma quando ne leggerà i motivi ne comprenderà le ragioni e non le sembrerà così folle.
Io vorrei che lei adottasse me e di conseguenza il mio paese. Continua a leggere “Lettera al signor Gianni Biondillo”