“Attorno a questo mio corpo/ stretto in mille schegge, io/ corro vendemmiando, sibilando/come il vento d’estate, che/si nasconde; […] Amelia Rosselli – da Sleep- Poesie in inglese- Garzanti- 1992
C’era il corpo. Tutti per sé ne volevano uno. Per abbracciarlo diceva qualcuno, per pettinare i capelli bianchi del suo capo diceva un altro, per sentire il suo suono mentre,corpo nel corpo,cresce lo volevano altri, per guardargli dentro dicevano quelli più audaci. Ma poi si mandavano lettere anonime in cui scrivevano di uteri monumentali, di dosi massicce di medicine sperimentali, di luoghi oscuri, di soffitte di lacrime impregnate di ricordi immaginari. Il corpo ce la metteva tutta per farsi reale, ma poi sfinito scompariva. Girava voce che si fosse solo addormentato e che presto per loro si sarebbe svegliato continuavano a mentire.