io dico Warhol l’aveva previsto e forse
quello che intendeva
era proprio questo, questo che ora accade
Warhol forse aveva proprio immaginato che poi io
forse avrei scritto
chissà, un trattato sul push-up
o forse una poesia complice
o in versi libri interi
s -o -s-
tenendo
che ogni potere o che ogni volere
è una iperbolica metafora
della ingegneria tracciata
nelle imbottiture e nelle stecche
e nel pizzo e nel merletto
quindici minuti fatati, i miei, quelli che mi spettano
e mi vedo lanciata
come un cavallo scosso
nella folle corsa dei ma e dei perché
dei no gridati in coro dei sì estasiati
quindici minuti e
io sono
sotto di tutti gli occhi io mi
mostro
io in forma scritta
meta-anagrammata
quindici minuti strappati a questo tempotutto
che dopotutto a tutti è dato solo in comodato
a questo punto guardandomi dormire
Jack mi dice where have you been?
io dico in un nessun dove
how it named? mi dice Jack
gli dico l’ho dimenticato
poi come un’ombra il risveglio s’apre
come un libro nuovo o
forse soltanto come una pagina che segue
visionaria e perfetta.
da oggi hai una nuova lettrice.
Anila
Sei la benvenuta e ti ringrazio
lisa