Gates: Forse con la vita stessa

c. è una casalinga. c. ha una vita dignitosamente opaca. c. ha una vita come ce ne sono tante che inizia da trent’anni con l’odore del latte che si scalda sul fornello della cucina, e inizia che fuori neanche è fatta l’alba. c. non se lo sa spiegare come quel liquido così bianco e innocente possa avere quell’odore. c. quell’odore non sa proprio definirlo. Non dolce, non aspro, è più che altro un odore senza un suo aggettivo, se volesse classificarlo nel modo più convenzionale. c. crede che abbia che fare con le cose che si hanno dentro. c. crede che anche l’odore del cuore che batte non ha un aggettivo ma forse si rassomiglia a quello che ha il latte quando lo si scalda. c. il latte lo guarda mentre lentamente si gonfia al calore della fiamma, e si inturgidisce come una mammella bianca, e mentre questo accade l’odore diventa più pieno e intenso e vivo. c. il latte lo guarda venir su sfrigolando lungo le pareti di metallo, su su fino ai bordi ricurvi del bricco e quando c. spegne la fiamma guarda quella materia montata che ricade giù avvolta da un velo sottile che sembra pelle, portandosi appresso il suo odore. c. pensa che quell’odore abbia a che fare con quella che è la sua vita. Forse con la vita stessa.

 

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