È un’altra sera di un settembre. Almeno così sembra io
me ne sto seduta nel rumore dei pensieri del vagone
e guardo fuori. Troppa velocità
e troppo rumore. Le cose sono deformati proiettili e grigie
le luci corde fluorescenti che fendono il buio. Allora
chiudo gli occhi e immagino altre cose
faccio una lista di quelle che non fanno suono
così mi viene da pensare che in qualche parte di settembre
l’aria è l’aria che respira la spiaggia stesa
l’umido salmastro che sale dalla sabbia
quando ad uno ad uno gli ombrelloni lasciano
il suo morbido tessuto la rovina tenera grano a grano
dentro il destino di un autunno che accadrà con un sollievo
mentre già sbiadisce il mare nel verde satinato della poca luce
tutto questo mi fa pensare alla tua schiena,
alla tua schiena che sospira
mentre poco a poco tu diventi l’ultima volta di un frammento della notte
– che capolavoro! – dico- e ad un tratto tutto il resto
non vale quanto questa.Tu io il silenzio strepitoso di un addio
che nell’aria va e viene senza essere visto. Ma Settembre è Settembre
ovunque e lo stesso. È solo che ora c’è troppa velocità troppo rumore.
Una galleria aggiunge – la tristezza…a…a…a…a – alla mia lista