2 pensieri riguardo “Poesia sul perché non scrivo poesia”
lciao lisa. per me. a poesia, che io conosco poco o per nulla perché fino a qualche tempo fa non ero nelle condizioni di capirla, dice le cose della vita poeticamente, è uno slancio verso l’alto della vita stessa, che non fa attenzione alla quantità di realtà. ma da lì nasce. gli eccessi, anche riduttivi, della poesia, sono un modo per produrre la realtà come dovrebbe essere, come vorremmo che fosse, in quel momento, dentro al cuore. la poesia è fugace. ma dentro la poesia c’è la realtà allo stato puro.
Per me l’unico senso che la poesia possa avere è strettamente legato a ciò che, con espressione anacronistica e obsoleta, potrei definire “la sacralità” della parola. Il problema è che viviamo in tempi in cui ad essere anacronistica non è tanto l’idea della sacralità della parola, quanto l’idea di sacralità tout court. Nulla ormai viene più vissuto con sacralità, né la morte, né la vita, né l’amore, niente. Figuriamoci la parola, la poesia. Per questo sono tanto affezionato a Lisa e alla sua caparbietà. E’ la caparbietà, in non arrendersi della vita stessa, anche nelle condizioni più estreme. E’ il fiore che nasce da una piccola crepa in un’ininterrotta distesa di cemento.
Baci.
ste
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lciao lisa. per me. a poesia, che io conosco poco o per nulla perché fino a qualche tempo fa non ero nelle condizioni di capirla, dice le cose della vita poeticamente, è uno slancio verso l’alto della vita stessa, che non fa attenzione alla quantità di realtà. ma da lì nasce. gli eccessi, anche riduttivi, della poesia, sono un modo per produrre la realtà come dovrebbe essere, come vorremmo che fosse, in quel momento, dentro al cuore. la poesia è fugace. ma dentro la poesia c’è la realtà allo stato puro.
Per me l’unico senso che la poesia possa avere è strettamente legato a ciò che, con espressione anacronistica e obsoleta, potrei definire “la sacralità” della parola. Il problema è che viviamo in tempi in cui ad essere anacronistica non è tanto l’idea della sacralità della parola, quanto l’idea di sacralità tout court. Nulla ormai viene più vissuto con sacralità, né la morte, né la vita, né l’amore, niente. Figuriamoci la parola, la poesia. Per questo sono tanto affezionato a Lisa e alla sua caparbietà. E’ la caparbietà, in non arrendersi della vita stessa, anche nelle condizioni più estreme. E’ il fiore che nasce da una piccola crepa in un’ininterrotta distesa di cemento.
Baci.
ste