Non so…Spesso penso che l’erotismo sia proprio nella pornografia, quella più spinta e a volte più squallida (secondo un senso comune). Altre volte penso che sia un problema di accesso al corpo e di accesso negato. Spesso credo che sia un fatto di simboli e allora emergono prepotenti quelli legati alla maternità. In ogni caso finisce per essere legato agli organi sessuali primari. Tutto il resto, alla fine, quell’eros letterario, elegante, nobile, gentile o come lo si vuole chiamare, altro non mi sembra che un involucro dorato che avvolge la carne cruda. Ed io quell’involucro credo di averlo stracciato da tempo…
Ciao, Lisa
Non so neanche io rodolfo, e neanche io credo in quell’erotismo letterario troppo fintamente torbido per essere reale (in poesia ve n’è a piene mani),
ma non riesco neanche ad intrappolarlo nel solo senso della carnalità. Potremmo agganciarci a quel discorso sullo strumento e il virtuoso, a quel passaggio che mette in connessione le due cose, insomma qualcosa che tolga il corpo dall’essere solo materia pornografica.
L’erotismo raffigurato,narrato, d’altra parte, ha quasi sempre posto al centro il corpo femminile, se fosse solo legato agli organi sessuali, perché quelli maschili non hanno ricevuto pari “onore” ?
ciao rodolfo
grazie
lisa
eros e passione. nulla a che vedere con il pornografico dove la donna è solo oggetto di sopraffazione e nell’immaginario maschile è schiava e gode della sua umiliazione.
è dentro di noi l’eros. va solo lasciato libero. e forse solamente in qualche incontro riesce a liberarsi. e nervi carne sangue muscoli e cervello si fondono nel piacere dato e ricevuto.
un libro di Michael Cunningham, Carne e sangue, per me liberatorio. e si parla di amore omosessuale. non c’è il corpo femminile…
i libri erotici sono come i libri rosa. volutamente falsi e inutili
peace and love
ciao lisa, sono molto belle questa e altre cose che hai scritto, pian piano ti dirò.
ho condiviso gesti nr 3 sulla mia pagina fb, anzi l’ho messo come primo testo di una serie di testi o anche gesti, capisco ora, sul tema, penso caro a chiunque, dell’amore. spero non ti dispiaccia, ma nel caso dimmelo tranquillamente, lo posso togliere. posso dirti però che sta piacendo molto a tutti, anzi è stato un po’ imbarazzante perché all’inizio i miei amici veri/virtuali pensavano l’autrice fossi io, figurati. francesca
ciao Batsceba
prima di tutto grazie della lettura e del commento.
Credo che l’eros, come ogni altra manifestazione che investe la personale sfera emotiva, sia destinato a rimanere indefinibile, e come ogni cosa che non può essere racchiusa nei confini di una definizione che ne stabilisca le coordinate finisce con l’aderire a qualsiasi interpretazione gli venga attribuita.
Con la mia, che può essere più o meno valida rispetto a tante altre, ho cercato di riconsiderare quei confini che separano eros-senso-sesso dalla pornografia che mi sembrano invece molto, troppo confusi, dentro e fuori dalle pagine, tanto che si finisce col non vederli affatto, mascherati come sono da lustrini o torbide atmosfere.
grazie ancora.
lisa
p.s di Cunningham ho letto solo “le ore” . bel libro.
ciao Francesca,
no non c’è alcun problema, anzi sono contenta che da qualcosa che ho scritto possa essere nata una discussione. Purtroppo non ho un account FB per poterla seguire, ma già sapere che ci sia questa voglia d’interrogarsi su certi argomenti mi fa immensamente piacere.
Ti ringrazio per i complimenti e con te anche coloro che hanno letto e che non posso ringraziare direttamente.
buon proseguimento, magari potrai aggiornarmi se vuoi sulle vostre conclusioni :-)
ciao
lisa
L’amore è… non dover mai dire “mi dispiace”… :-)
Non è diverso cercare di definire l’erotismo, né più semplice, che cercare di definire l’amore. E la difficoltà nasce dal fatto che entrambe queste ipotetiche, impossibili definizioni si scontrano con la semplice constatazione, da cui parte anche il pezzo di Lisa, che persone diverse possono avere idee non solo diverse, ma persino opposte su queste esperienze. E se una parola fa riferimento contemporaneamente ad aspetti tra loro antitetici, non è definibile. Come “vita”, che contiene in se anche la morte, come “tutto”, che contiene in se il bene e il male, la presenza e l’assenza, la vita e la morte, l’odio e l’amore. Si può cercare magari di definire la parola “esperienza”. Sicuramente in tale definizione si dovrà anche dire che un’esperienza è qualcosa di incomunicabile. Qualcosa che non può stare dentro le parole, perché per capirla davvero bisogna viverla, non basta parlarne. Per questo due persone possono essere legate fortemente tra loro ancor prima di scambiarsi una sola parola, se hanno vissuto le stesse esperienze.
In sintesi, come per l’amore, anche per l’eros non ha senso parlare in generale, possiamo però parlare del nostro amore, o del senso dell’erotismo nella nostra esistenza, come ha fatto Lisa nel suo pezzo.
Ma siccome parlare dell’erotismo nella mia vita vorrebbe dire raccontarla tutta fin dall’inizio, vi rimando alla mia autobiografia, se mai un giorno, per qualche oscuro motivo, dovessi pensare di scriverne una…
ste
Grazie della lettura! Ora se vuoi lascia un commento
Non so…Spesso penso che l’erotismo sia proprio nella pornografia, quella più spinta e a volte più squallida (secondo un senso comune). Altre volte penso che sia un problema di accesso al corpo e di accesso negato. Spesso credo che sia un fatto di simboli e allora emergono prepotenti quelli legati alla maternità. In ogni caso finisce per essere legato agli organi sessuali primari. Tutto il resto, alla fine, quell’eros letterario, elegante, nobile, gentile o come lo si vuole chiamare, altro non mi sembra che un involucro dorato che avvolge la carne cruda. Ed io quell’involucro credo di averlo stracciato da tempo…
Ciao, Lisa
Non so neanche io rodolfo, e neanche io credo in quell’erotismo letterario troppo fintamente torbido per essere reale (in poesia ve n’è a piene mani),
ma non riesco neanche ad intrappolarlo nel solo senso della carnalità. Potremmo agganciarci a quel discorso sullo strumento e il virtuoso, a quel passaggio che mette in connessione le due cose, insomma qualcosa che tolga il corpo dall’essere solo materia pornografica.
L’erotismo raffigurato,narrato, d’altra parte, ha quasi sempre posto al centro il corpo femminile, se fosse solo legato agli organi sessuali, perché quelli maschili non hanno ricevuto pari “onore” ?
ciao rodolfo
grazie
lisa
eros e passione. nulla a che vedere con il pornografico dove la donna è solo oggetto di sopraffazione e nell’immaginario maschile è schiava e gode della sua umiliazione.
è dentro di noi l’eros. va solo lasciato libero. e forse solamente in qualche incontro riesce a liberarsi. e nervi carne sangue muscoli e cervello si fondono nel piacere dato e ricevuto.
un libro di Michael Cunningham, Carne e sangue, per me liberatorio. e si parla di amore omosessuale. non c’è il corpo femminile…
i libri erotici sono come i libri rosa. volutamente falsi e inutili
peace and love
ciao lisa, sono molto belle questa e altre cose che hai scritto, pian piano ti dirò.
ho condiviso gesti nr 3 sulla mia pagina fb, anzi l’ho messo come primo testo di una serie di testi o anche gesti, capisco ora, sul tema, penso caro a chiunque, dell’amore. spero non ti dispiaccia, ma nel caso dimmelo tranquillamente, lo posso togliere. posso dirti però che sta piacendo molto a tutti, anzi è stato un po’ imbarazzante perché all’inizio i miei amici veri/virtuali pensavano l’autrice fossi io, figurati. francesca
ciao Batsceba
prima di tutto grazie della lettura e del commento.
Credo che l’eros, come ogni altra manifestazione che investe la personale sfera emotiva, sia destinato a rimanere indefinibile, e come ogni cosa che non può essere racchiusa nei confini di una definizione che ne stabilisca le coordinate finisce con l’aderire a qualsiasi interpretazione gli venga attribuita.
Con la mia, che può essere più o meno valida rispetto a tante altre, ho cercato di riconsiderare quei confini che separano eros-senso-sesso dalla pornografia che mi sembrano invece molto, troppo confusi, dentro e fuori dalle pagine, tanto che si finisce col non vederli affatto, mascherati come sono da lustrini o torbide atmosfere.
grazie ancora.
lisa
p.s di Cunningham ho letto solo “le ore” . bel libro.
ciao Francesca,
no non c’è alcun problema, anzi sono contenta che da qualcosa che ho scritto possa essere nata una discussione. Purtroppo non ho un account FB per poterla seguire, ma già sapere che ci sia questa voglia d’interrogarsi su certi argomenti mi fa immensamente piacere.
Ti ringrazio per i complimenti e con te anche coloro che hanno letto e che non posso ringraziare direttamente.
buon proseguimento, magari potrai aggiornarmi se vuoi sulle vostre conclusioni :-)
ciao
lisa
L’amore è… non dover mai dire “mi dispiace”… :-)
Non è diverso cercare di definire l’erotismo, né più semplice, che cercare di definire l’amore. E la difficoltà nasce dal fatto che entrambe queste ipotetiche, impossibili definizioni si scontrano con la semplice constatazione, da cui parte anche il pezzo di Lisa, che persone diverse possono avere idee non solo diverse, ma persino opposte su queste esperienze. E se una parola fa riferimento contemporaneamente ad aspetti tra loro antitetici, non è definibile. Come “vita”, che contiene in se anche la morte, come “tutto”, che contiene in se il bene e il male, la presenza e l’assenza, la vita e la morte, l’odio e l’amore. Si può cercare magari di definire la parola “esperienza”. Sicuramente in tale definizione si dovrà anche dire che un’esperienza è qualcosa di incomunicabile. Qualcosa che non può stare dentro le parole, perché per capirla davvero bisogna viverla, non basta parlarne. Per questo due persone possono essere legate fortemente tra loro ancor prima di scambiarsi una sola parola, se hanno vissuto le stesse esperienze.
In sintesi, come per l’amore, anche per l’eros non ha senso parlare in generale, possiamo però parlare del nostro amore, o del senso dell’erotismo nella nostra esistenza, come ha fatto Lisa nel suo pezzo.
Ma siccome parlare dell’erotismo nella mia vita vorrebbe dire raccontarla tutta fin dall’inizio, vi rimando alla mia autobiografia, se mai un giorno, per qualche oscuro motivo, dovessi pensare di scriverne una…
ste