Più o meno un anno fa ho terminato di scrivere questa cosa. Da allora il suo destino ha preso uno strano verso in cui si avvicendavano stati nebulosi ad altri più limpidi, e in cui la direzione che avrebbe preso non era mai certa. Ora credo che sia giunto il momento di “lasciarlo andare” per essere coerente con quello che spesso mi son ritrovata a dire ad amici e amiche che, come me con “La dislessia delle cose” ,finivano col trattenere a tempo indeterminato alcune cose scritte, mescolando in un ambiguo unico sentimento un senso di fallimento a quello di sereno appagamento.
In parte l’ho già proposta qui, e il suo “destino senza alcun destino” è un altro piccolo tassello nella mia esperienza nel mondo della poesia da cui ho imparato qualcosa.
Non vedo nulla.
E’ un problema mio?
rodolfo, a te posso chiederlo. L’ho inserito come documento Word per non modificare l’impaginazione. A me si apre cliccando su LA, hai provato? Fammi sapere ché se non va provo a fare altrimenti.
grazie
ciao
lisa
Tutto OK, Lisa, funziona perfettamente
grazie rodolfo…io sono estremamente approssimativa col pc, il più delle volte vado a naso.ma poi non so se tecnicamente sia ortodosso e soprattutto funzionante…per farla breve sono una frana :-)
grazie ancora
lisa
[…] ebbi a dire già qui “La dislessia delle cose” ha avuta una strana esistenza, segnata da alti e bassi. Scelta, […]