Dopo la poesia

Ecco, sono esaurite tutte le parole belle
e anche tutte le teorie e l ‘ora pro nobis
allo schianto del corpo quando s’apre,
e il balbettare della semantica a fior di pelle.
La bocca è in un cerchio chiuso e muto
senza più ferite da causticare agli orli,
senza piaghe assorte all’aria,
alla polvere del mondo.
Ma è che ora piove, piove sull’uso del mare
sul cancellare senza rima del tempo
un tic-tic, come di un verso omesso,
[
                                                   ]
e poi sarà già domani.
Cosa resterà di questa poesia
se non l’angustia del rimanere?

4 pensieri riguardo “Dopo la poesia”

  1. geniale poesia nonostante l’esaurimento di parole, ecco, la poesia, quella senza tempo, ha questo di bello: resta perenne come i morti, come ogni orizzonte

  2. grazie per aver lasciato un tuo commento.
    sì, la vera poesia attraversa il tempo, e forse è questa consapevolezza che mi porta a prendere le distanze da quella che scrivo.la scrivo e la rinnego e la scrivo e la rinnego…
    mi ha fatto piacere rileggerti.
    grazie ancora
    lisa

  3. A parte tutta la lirica, che mi pare davvero valida, quel vuoto, quella pausa tra quadre, quello spazio bianco mi piace. Una punta di benevola invidia… :)

    ciao

    Apo

  4. sì, a volte sono convinta che nonostante ci si sforzi, più o meno onestamente, gran parte delle cose finiscano lì, fra quelle parentesi quadre.
    grazie sia della lettura sia per questa tua visita qui.

    ne sono contenta.
    a rileggerti
    lisa

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