Nel mattino presto
si apre tutta l’ invadenza della chiarezza:
stiro la mia camicia, ne spiano le pieghe
fino a farla diventare uguale al mare,
più tardi al bar parlerò con qualche amico
impiegherò poi del tempo nello studio della filosofia
leggerò da cima a fondo la posta del cuore
per trovare una conferma di tutte le teorie
e darò retta alla mia pelle,
alle radici delle tue mani che forano la carne
e ti trattengono dall’andare alla deriva
ma il mattino è sulle cose, mi dico,
perché di questa assenza
che tu mi chiedi, non c’è ombra di una definizione
e nella presunzione di questa luce
precipita dentro di me senza paracadute
e non c’è niente che possa salvarla
dalla durezza concreta della tua stessa assenza